Posts Tagged ‘Mafia’
Così lontani, così vicini
Mario Andrigo di mestiere fa il sostituto procuratore alla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, la prima linea nella lotta alla ‘ndrangheta. Di ‘ndrine, affari e politica se ne intende, ha il polso della situazione. Venerdì sera era ad Aosta per parlare alla Cittadella dei Giovani (invitato dall’associazione Libera e dall’Arma dei carabinieri) e presentare il libro scritto assieme al giornalista Lele Rozza. Qui di seguito metto un po’ di cose che ha detto e che sono state riportate dalle agenzie di stampa (ne parliamo anche sul giornale).
La Valle d’Aosta, come altre regioni del Nord Italia, è permeabile alle cosche in quanto realtà socio-economica che ritiene la ‘ndrangheta un fatto di recente scoperta. Non si può pensare alle mafie come a dei corpi estranei da respingere, ma è necessario affrontarle per estirparle, perché probabilmente sono già presenti. Anche qui negli anni passati ci sono stati processi alla ‘ndrangheta, dunque non bisogna limitarsi ad assumere un’aspirina ma è necessario sottoporsi a esami clinici più invasivi, altrimenti non si riesce a intervenire in modo efficace.
E fin qui, ok (voglio dire, son cose di cui si è parlato spesso negli ultimi anni). Ma c’è un altro passaggio che dovrebbe far riflettere davvero in una regione dove il motore economico e sociale è la pubblica amministrazione (e quindi la politica):
Il problema che si vive in Calabria non è tanto il controllo diretto della ‘ndrangheta sulla politica, quanto il fatto che la politica sia interamente vissuta come un modello per trovare un’occupazione e per accedere a un sistema di crescita progressiva che si realizza portando più voti di altri a un determinato candidato. In questo modo non si tutela solo il proprio interesse ma anche quello di amici e parenti, creando un vero e proprio sistema di clientela. Infiltrazioni e collusioni delle cosche, in assenza di questo sostrato, probabilmente non sarebbero così gravi.
Ah, tanto per stare tranquilli ha parlato anche Guido Di Vita, il comandante regionale dei carabinieri che prima di assumere il comando in Valle d’Aosta era di servizio proprio a Reggio:
Dopo l’omicidio di Natale a San Luca, che aveva fatto ricominciare la faida con la Strage di Duisburg, partirono telefonate da e per la Valle d’Aosta.
Totò se n’è ghiuto e soli ci ha lasciati
C’è qualcosa di quasi rivoluzionario nel gesto di Totò Cuffaro di andare subito a costituirsi a Rebibbia dopo la condanna a sette anni per mafia. E’ un orribile paradosso e in quella punta di sorpresa che si prova di fronte a un politico che rispetta una sentenza, c’è tutto il marcio in cui è precipitata l’Italia del berlusconismo e del disprezzo delle regole. Marco Damilano ha scritto un post che credo sia pienamente condivisibile:
(…) Io penso che invece meriti rispetto questo uomo politico che non ha preteso leggi ad personam, che non è sfuggito al processo e che, condannato, saluta la moglie e si va a costituire in caserma. Non è un eroe, non è un santo: dovrebbe essere la normalità. Ma diventa l’eccezione nell’Italia di Berlusconi e di Battisti, dei furbi che la buttano in politica per non rispondere alla giustizia. E già: nelle ore in cui il Cavaliere tradisce la Costituzione su cui ha giurato, rifiutandosi di rispondere alla convocazione dei pm di Milano, e in cui la figlia Marina tradisce il buon senso, dichiarando il suo «orrore» per Saviano, un politico che rispetta la legge fa notizia. Onore, dunque, alla dignità di Cuffaro.