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Le sciocchezze a volte nascono così, per inerzia… (cit)
Una delle ossessioni principali degli “autonomisti” di ogni latitudine è quella di rimpinzare la Rai di giornalisti di casa ripetendo il mantra della necessità – nel nostro caso – di una televisione per i valdostani fatta dai valdostani. Il giochino è dire che “chi è nato qui conosce meglio la realtà, dunque può offrire un servizio migliore”. Che è già una roba malata di suo a ragionarci bene, ma detta così sembra che vincano tutti: dalla Rai alla casalinga di Fontainemore. L’obiettivo, da che mondo è mondo, è invece quello antichissimo di coltivare clientele (do you remember lottizzazione?) e creare le condizioni per un’informazione più o meno esplicitamente addomesticata. E non è un caso che i servizi migliori che passano al TgR della Valle d’Aosta spesso e volentieri sono firmati dai precari che l’azienda paracaduta a ripetizione da mezza Italia nella sede di St-Christophe.
Comunque tutto questo pippotto era per segnalare il pezzo di Gian Antonio Stella che, sul Corriere della Sera di oggi, fa a pezzi l’idea delle selezioni per giornalisti Rai in base alla provenienza territoriale.
Un titolista nel mirino
Per un giornalista (che scriva o faccia desk, non importa) gli stereotipi e i luoghi comuni sono una scorciatoia rischiosa. Come un vestito che si può usare in tutte le occasioni ma non sta bene mai. Gli esempi sono centinaia e si replicano ogni giorno: “boom”, “nel mirino”, “giallo”, “blitz” e si potrebbe continuare ma non c’ho tempo. I testi sacri della professione ti fanno promettere di non usarli mai però, appunto, sono comodi e ogni tanto scappano. Fin lì, ci può anche stare. Il problema è che a volte vengono fuori effetti grotteschi. Succede anche nelle migliori famiglie, come in quella del Corriere della Sera.
Calci nel sedere
Sulla Stampa bella intervista di Andrea Scanzi a Jorge Lorenzo, che non le manda a dire a Valentino Rossi. (E 10 punti in più al Martillo per il passaggio su Max Biaggi).
Anche Casey Stoner si toglie i guanti parlando di Lamentino. Riporto alcuni passaggi dal pezzo di Paolo Ianieri sulla Gazzetta di oggi:
(…) Gli chiedono se la Yamaha dovrebbe far provare a Vale la Ducati nei test di Valencia. Casey lancia il primo affondo: “Credo che dovrebbero. Ma non si stanno lasciando bene, lui è già lì che si lamenta e dice bugie sul trattamento che riceve. A questo punto perché farlo provare? Se poi non proverà e nelle prime gare del 2011 non vincerà, la userà come scusa. Mentre se dovesse vincere, si dipingerà come un genio“.
Calci nel sedere. Il secondo affondo è ancor più duro. Rossi ha dichiarato di non aver capito molto del potenziale Ducati, visto che Stoner nelle prove gira poco. Durissima la replica: “Non mi interessa la sua opinione. Al momento prende calci nel sedere dal compagno, pensi a quello. Qualcuno nel suo box fa un lavoro migliore di lui“. (…)
Siccome oggi pare sia il giorno delle interviste ben riuscite ai motociclisti (o ex), il Corriere ha questa bella chiacchierata con Manuel Poggiali.