Totò se n’è ghiuto e soli ci ha lasciati
C’è qualcosa di quasi rivoluzionario nel gesto di Totò Cuffaro di andare subito a costituirsi a Rebibbia dopo la condanna a sette anni per mafia. E’ un orribile paradosso e in quella punta di sorpresa che si prova di fronte a un politico che rispetta una sentenza, c’è tutto il marcio in cui è precipitata l’Italia del berlusconismo e del disprezzo delle regole. Marco Damilano ha scritto un post che credo sia pienamente condivisibile:
(…) Io penso che invece meriti rispetto questo uomo politico che non ha preteso leggi ad personam, che non è sfuggito al processo e che, condannato, saluta la moglie e si va a costituire in caserma. Non è un eroe, non è un santo: dovrebbe essere la normalità. Ma diventa l’eccezione nell’Italia di Berlusconi e di Battisti, dei furbi che la buttano in politica per non rispondere alla giustizia. E già: nelle ore in cui il Cavaliere tradisce la Costituzione su cui ha giurato, rifiutandosi di rispondere alla convocazione dei pm di Milano, e in cui la figlia Marina tradisce il buon senso, dichiarando il suo «orrore» per Saviano, un politico che rispetta la legge fa notizia. Onore, dunque, alla dignità di Cuffaro.
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